Ritorno
Dopo le belle parole spese per la Francia, parlo un po' della mia città
Io sto a Prato, la città con la Chinatown più grande d'Italia come numero di abitanti orientali, dove sono cresciuto con il mito che con i cenci ci si fa tutto, dai soldi ai dolci. E' una città che è un casino perché c'è veramente tanta gente, tante etnie, c'è più gente di quanta ce n'entrerebbe a pigiarcela. Ci s'ha tre stazioni e le file di macchine da tutte le parti. Però il centro lo giri a piedi in un attimo, te la senti proprio tua, come un mazzo di chiavi in tasca. La gente è gnorante come sa esserlo un toscano, la battuta in bocca ce l'hanno tutti. Non si capisce mai se ci s'ha roba da vedere a livello artistico, finché le belle arti non ti chiudono una via perché Rutelli deve venire a vedere una mostra. E allora ti si gonfia il petto, perché a Prato ci s'ha anche qualcosa da vedere allora, ci s'ha i musei! Del tessuto. Sicché a Prato con i cenci ci si fanno anche i musei. Ma ci siamo costretti, perché cianno preso tutti i fiorentini. Però c'è rimasto i cantuccini di Mattonella, che quelli si portano anche sulla Luna con il vin santo a ruota, altroché. E a chi un ci crede gli si dice "se li mangiano sulla fitteveniu a niuiorche, sai una sega te". Ci sono locali fighetti a sfare, perché a Prato sono tutti signori, casomai con le cambiali fino al 2298, ma si vendono più Mini che nel resto d'Italia. Però esci di due metri dal centro e ci s'ha il locale alternativo più grosso della Toscana: il Cencio's. Quindi a Prato con i cenci ci si fa anche i locali. Però poi quando vado in ferie un po' mi manca sempre il mi Lungo Bisenzio con il su vento infernale che ti spella la faccia di inverno e che invece d'estate un move foglia, mi manca piazza del Duomo dove un ci organizzano mai nulla tranne due concerti d'estate, ma che dice che verso la mezzanotte si vede il segno di una mano sul muro del Domo che sarebbe il segno della mano di un ladro di Pistoia che ci venne a rubare il cintolo della Madonna. Un altro cencio insomma. Mi manca il Parco delle Cascine di Tavola che è bello da morire e che in mezzi non lo conoscono. Però vedrai che come apre un resort la Pirelli Re poi ci vanno tutti. Mi manca la ciclabile che non la asfaltano perché fa più naturale e non sai mai dove pattinare.
Insomma, anche se non pare, a me la mi città mi garba, perché è ruvida, semplice, gnorante, pare un ci sia nulla e invece c'è tutto. E perché se sei pratese ti calza addosso come se te l'avesse disegnata Armani. Che i cenci li viene a comprare a Prato.
PS: scusate la parlata ma se uno parla di Prato e scrive in italiano perfetto, che pratese è?!
Io sto a Prato, la città con la Chinatown più grande d'Italia come numero di abitanti orientali, dove sono cresciuto con il mito che con i cenci ci si fa tutto, dai soldi ai dolci. E' una città che è un casino perché c'è veramente tanta gente, tante etnie, c'è più gente di quanta ce n'entrerebbe a pigiarcela. Ci s'ha tre stazioni e le file di macchine da tutte le parti. Però il centro lo giri a piedi in un attimo, te la senti proprio tua, come un mazzo di chiavi in tasca. La gente è gnorante come sa esserlo un toscano, la battuta in bocca ce l'hanno tutti. Non si capisce mai se ci s'ha roba da vedere a livello artistico, finché le belle arti non ti chiudono una via perché Rutelli deve venire a vedere una mostra. E allora ti si gonfia il petto, perché a Prato ci s'ha anche qualcosa da vedere allora, ci s'ha i musei! Del tessuto. Sicché a Prato con i cenci ci si fanno anche i musei. Ma ci siamo costretti, perché cianno preso tutti i fiorentini. Però c'è rimasto i cantuccini di Mattonella, che quelli si portano anche sulla Luna con il vin santo a ruota, altroché. E a chi un ci crede gli si dice "se li mangiano sulla fitteveniu a niuiorche, sai una sega te". Ci sono locali fighetti a sfare, perché a Prato sono tutti signori, casomai con le cambiali fino al 2298, ma si vendono più Mini che nel resto d'Italia. Però esci di due metri dal centro e ci s'ha il locale alternativo più grosso della Toscana: il Cencio's. Quindi a Prato con i cenci ci si fa anche i locali. Però poi quando vado in ferie un po' mi manca sempre il mi Lungo Bisenzio con il su vento infernale che ti spella la faccia di inverno e che invece d'estate un move foglia, mi manca piazza del Duomo dove un ci organizzano mai nulla tranne due concerti d'estate, ma che dice che verso la mezzanotte si vede il segno di una mano sul muro del Domo che sarebbe il segno della mano di un ladro di Pistoia che ci venne a rubare il cintolo della Madonna. Un altro cencio insomma. Mi manca il Parco delle Cascine di Tavola che è bello da morire e che in mezzi non lo conoscono. Però vedrai che come apre un resort la Pirelli Re poi ci vanno tutti. Mi manca la ciclabile che non la asfaltano perché fa più naturale e non sai mai dove pattinare.
Insomma, anche se non pare, a me la mi città mi garba, perché è ruvida, semplice, gnorante, pare un ci sia nulla e invece c'è tutto. E perché se sei pratese ti calza addosso come se te l'avesse disegnata Armani. Che i cenci li viene a comprare a Prato.
PS: scusate la parlata ma se uno parla di Prato e scrive in italiano perfetto, che pratese è?!
Commenti
dio 'ane digliene te a Giardi che di traffio e un ci 'apisce nulla..
cmq si che mi piace Prato, e ci sto anche parecchio bene...