Baci, Giuda

Tendenzialmente detesto i buoni e odio il buonismo. 
I buoni nella loro bidimensionalità, nella loro assenza di sfumature immersi come sono nel bianco della loro assoluta positività trovano la spiegazione della loro banalità e quindi del mio detestarli. Il loro essere icone li aliena, li decontestualizza, assurgono a ruoli e perdono di significato concreto, non diventano nemmeno idee, sono pensieri di passaggio.
Il buonismo invece lo odio perché è il cinismo del volemose bene a tutti i costi, non c'è un moto dell'anima, c'è il calcolo del pensiero, passare bene per forza, perché alla fine chi sembra buonobravobello è sempre ben voluto. Il buonismo è il risiko dei rapporti sociali, ti permette di conquistare la Kamchatka senza colpo ferire. Salve poi scoprire che il buonobravobello la bandierina l'ha piantata proprio nel reggi ombrellone che alberga in mezzo alle chiappe. No no no, il buonismo lo odio.

E allora chi ti piace direte voi? Normalmente mi piaccio solo io, però se devo poi allargare, sob, il giro allora dico che mi piacciono le figure minori ma non tutte, solo quelle a mio giudizio considerate ingiustamente minori e che non vengono trattate come meriterebbero, non sono approfondite, diventano macchiette, brutte copie mai riportate in bella, senza quella grandeur che un personaggio ha innata in sé, che si percepisce ma che non spicca mai il volo.

Ci sono tantissimi personaggi che soffrono l'assenza di considerazione che li condanna lontani dal primo piano. Per retaggio culturale io sono sempre rimasto affascinato da due Enormi uomini della storia cristiana: San Giuseppe e Giuda.

Il primo è famoso per essere messo a capo della congrega dei falegnami e dei babbi (Federico Maria Sardelli dice anche dei becchi ma lì il discorso prenderebbe un che di triviale che lascio al Magister ed alla sua penna ben più arguta) a titolo risarcitorio dell'essere il padre putativo di Gesù. Un grande uomo: salva una donna dalla lapidazione, adotta il figlio di lei come se fosse suo e l'unica cosa che si sa di lui è che fa il falegname e che ha un ciuco sul quale carica la Madonna per portarla a fare il censimento il 25 dicembre. La devozione, l'amore, la buona volontà di questo signore non appaiono da nessuna parte, non appare proprio lui, una comparsa nella grotta e nulla più. La Madonna è la prescelta, Gesù è Gesù e questo semplice essere umano chiamato a fare le veci dell'onnipotente non si becca che una menzione nei titoli d'apertura. Però, grazie. Mica male. 
Sicché non s'offenderà se anche io lo lascio ai miei titoli d'apertura (lo so, sono 'gnorante) e affondo lo sguardo su Giuda.

Giuda Iscariota, uno dei dodici apostoli, il traditore per antonomasia, l'archetipo stesso al pari di Gilles de Rais per quello che riguarda i serial killer. 
Di lui si sa ben poco, in un paio di vangeli si dice che teneva la cassa, in tutti si dice che tradisce il biondo con un bacio. Il suicidio, vado a memoria, tramite impiccagione non mi pare che appaia in tutti e quattro i vangeli ma solo in uno o due.
La figura di Giuda è una figura strana, si colloca difficilmente da una parte o dall'altra della barricata buoni o cattivi, non è solo bianco o nero, ma ha tanti tanti grigi. Fin dai tempi della mia militanza tra le simpatiche schiere dei catecumeni mi son sempre chiesto come mai Gesù, che vedeva e sapeva tutto, si fosse tenuto bello stretto sto fetente. Poi arriva la filosofia al liceo che si accompagna al crollo della mia fede e si parla di liberi arbitri etc etc etc e Leibniz e annessi e connessi. Poi il barbuto baciatore si perde nei meandri della coscienza fino a quando un bel giorno da una canzone parte la scintilla dell'analisi.

E lì son cazzi. Perché ovviamente la fede che non c'è già mi pone sul piano dello scetticismo riguardo a tante cose (miracoli, colombe sotto spirito etc) e comunque poi non è che si abbiano tante fonti fresche e di prima mano per analizzare compiutamente quello che accadde 2000 anni fa. Quello che si ha alla fine sono solo i documenti tramandati dagli amanuensi che hanno superato il vaglio della censura e della ricostruzione cattolica dopo ennesimi concili che hanno riscritto storie e storielle varie, tomi scappati all'erosione del tempo, dei topi e di monaci che ricopiavano senza sapere leggere o scrivere in molti casi e che si limitavano a disegnare quello che vedevano dal libro che dovevano tramandare. Non c'è molto insomma, soprattutto di attendibile. Anche il ritrovamento tra i rotoli del Mar Morto del famoso vangelo di Giuda, ritrovamento recentissimo, non è attendibile, anche perché come minimo è stato scritto dopo duecento anni dai fatti narrati, quindi dopo miliardi di chilometri vocali fatti con il passaparola. E duemila anni fa bisogna anche ricordarsi che Giove camminava sulla terra secondo i Greci, insomma non è che ci fosse pieno di scienziati e gente attendibili tra la popolazione mondiale dell'epoca. Erano una mandria di ignoranti, creduloni che divinificavano tutto quello che non capivano. Un po' come fanno oggi gli italiani con Berlusconi.
Quindi l'analisi della figura è soprattutto un mettersi lì a pensare con un minimo di buon senso a quello che è stato.

Procediamo con ordine: Giuda e Gesù si conoscono, vanno a giro con altre 11 persone in qua e in là per terre riarse a parlare ai popoli di un regno dei cieli che non è quello ebraico. Di sicuro il biondo fa il capo scout e gli altri vanno dietro. Fin qua nulla di sensazionale direte voi. Effettivamente no, anche se comunque come capo scout li poteva portare a campeggiare da qualche parte dove ci fosse un po' di pineta ma lasciamo fare, ai tempi le guide Michelin non erano molto diffuse.
Il tradimento di Giuda però deve iniziare a concretizzarsi non dico fin da subito ma comunque ben prima dell'ultima cena, cioè deve esserci un pensiero che nasce cresce e si attua, non è possibile che uno di punto in bianco, dopo tre anni, gli piglia il grullo e chiama i gendarmi. Questo pensiero però può essere di due tipi: o una sorta di delusione che cresce e sfocia nel tradimento oppure una sorta di condivisione del percorso che porta ineluttabilmente a ciò che deve essere.
Analizziamoli entrambi.
Il primo, la delusione, mi pare improbabile. Non stai 3 anni dietro a uno a bischero sciolto. 3 anni all'epoca era roba, a 40 ci arrivavi se ti diceva bene, a 16 eri sposato. Insomma, era tutta gente pratica, con una concezione della vita molto ancorata al presente, al concreto. Quindi se arriva uno che fa il profeta e gli vai dietro devi avere qualche riscontro. Anche perché quello non ti promette fin da subito l'all inclusive a Sharm El Sheik, ma ti dice che ci sarà un regno dei cieli che ti attende, un benessere dello spirito. Quindi sai già che al momento hai da fare la tua vita a patire e poi se tutto va bene fai bingo e ti sistemi. No, è difficile che uno possa arrivare a tradire perché non si realizza nulla di concreto quando nessuno ti ha promesso nulla di concreto. La missione è preparare la venuta tramite il cambiamento degli uomini. E' roba che non si tocca. Lo sai già. Non si chiede il rimborso quando il prodotto che ti danno è quello che hai chiesto. No, non si può nemmeno tradire, che senso avrebbe? T'hanno promesso di diventare pescatore e pastore di uomini, non imperatore o tribuno. Se volevi compiere azioni cruente all'epoca era pieno di sette che combattevano i romani con le armi in pugno. Gli zeloti rivoltosi ad esempio si chiamavano sicari (altro archetipo che torna a bussare), quindi Giuda aveva scelto di non combattere con la spada conscio della scelta. Niente rischio delusione insomma.

Il secondo pensiero è la condivisione. Il tradimento come attuazione. E forse dopo 3 anni di convivenza questa è la cosa che mi pare più verosimile. Anche perché parliamoci chiaro: con uno che ti moltiplica i pani e i pesci, tramuta l'acqua in vino, resuscita i morti di crollo della fede non parlerei. Questo arriva e fa una cosa impossibile per chiunque e te mi vieni a dire che non credi? Naaaaaaaa. L'hai visto camminare sull'acqua per andare a salvare i tuoi compagni sulla barca e te non gli credi? Naaaaaaa. I Discepoli da questo punto di vista son tutti dei San Tommaso, vedono in continuazione miracoli, gli credono per forza a Gesù. Solo che San Tommaso è un po' più sotto della soglia di comprendonio di Forrest Gump e quindi non ci crede finché non ci mette il dito. Ma questo ci insegna anche che Gesù accoglieva le categorie protette all'interno dello staff. 
Dicevo comunque che Giuda non può non credere e stare lì 3 anni. No, il tradimento deve arrivare dalla comprensione. Il progetto di un mondo diverso, di una fratellanza, l'adesione ad un nuovo stile di vita "amatevi gli uni gli altri", la finalizzazione della propria esistenza verso un qualcosa di immensamente più grande è un sogno che i Discepoli si passavano e che bevavano direttamente alla fonte. Non c'era spazio per il dubbio. Ma allora perché tradire? Quando tutto inizia ad andare bene, che le genti si moltiplicano e ti seguono perché porre la parola fine? La spiegazione può esserci solo se la fine coincide con l'inizio.
La fine intesa come salto di qualità per passare ad un livello superiore. Ma ogni salto di qualità presuppone un sacrificio, grande o piccolo che sia. Un sacrificio.

L'idea del sacrificio per la gente dell'epoca non era una cosa aliena, estranea: si sacrificavano animali a dio, la torah parlava di uno che sacrificava il figlio unico a dio salvo poi arrivodiangeloconsostituzioneconagnellochenonringraziapoitantomapazienza, per avere qualcosa insomma bisogna rinunciare ad un bene, per ottenere quello che si vuole bisogna essere disposti a separarsi da ciò che si ha, da quello a cui si tiene. E' una cosa intrinseca proprio dei costumi delle popolazioni di quell'epoca. Dio ti mette alla prova, un dio che può essere lontano e vicino allo stesso tempo e per vedere quanto davvero ci tieni a quello che chiedi, desideri, ti mette alla prova. Vuole che sacrifichi qualcosa in suo onore, se no nulla. Così l'idea del sacrificio piano piano inizia ad affacciarsi nella vita dei discepoli. Gesù non parla fin da subito della distruzione e ricostruzione del tempio, è un passaggio ulteriore, prima con il suo peregrinare getta le basi, poi come vede che sono solide ci costruisce sopra. E piano piano si arriva anche ad esaudire la richiesta di Dio.
Giuda ovviamente è lì questa cosa la coglie, la sente. Avverte il passaggio. Casomai non realizza il costo del salto di qualità. Casomai capisce ma non vuole, casomai è Gesù che glielo chiede, chissà. Ma non penso che Giuda sia l'ultimo dei Discepoli e lo voglia sacrificare ad una scelta che non vuole. E' un cammino delicato di condivisione, di presa di coscienza che bisogna fare ciò che deve essere fatto. E' necessario. Forse si potrebbe anche consegnare da solo Gesù a Caifa, ma sarebbe stata anche interpretabile come una sfida diretta al Sinedrio, un atto di sfrontatezza e pertanto poi la punizione sarebbe anche stata giusta. No, questo va evitato. Gesù deve essere tradotto con la forza in modo che sia fin da subito prigioniero, che non ci sia la sfida, ma solo la resa, il sacrificio. E allora come fare? Bisogna che qualcuno ti consegni e per essere credibile quel qualcuno deve esserti vicino. Talmente vicino che ti comprende e comprende il momento, qualcuno talmente vicino che a tavola potrebbe intingere il suo pane nella tua ciotola. E' un favore grosso quello che si chiede, è un favore che ti può fare solo un amico. Ma uno di quelli veri, che sai che non ti dirà di no perché ti capisce. Anche se gli chiedi di strapparti il cuore sai che si dannerà per te pur di realizzare il tuo sogno. Se gli chiedi di aiutarti a partire verrà ed in mezzo ad una moltitudine di persone che non conosci sarà l'unico a salutarti con un bacio e con gli occhi tristi perché con te se ne va anche la sua parte più bella, se ne va un po' della sua vita.


Haven't seen you in quite a while 
I was down the hold just passing time 
Last time we met was a low-lit room 
We were as close together as a bride and groom 
We ate the food, we drank the wine 
Everybody having a good time 
Except you 
You were talking about the end of the world 
I took the money 
I spiked your drink 
You miss too much these days if you stop to think 
You lead me on with those innocent eyes 
You know I love the element of surprise 
In the garden I was playing the tart 
I kissed your lips and broke your heart 
You...you were acting like it was 
The end of the world 
(Love...love...) 

In my dream I was drowning my sorrows 
But my sorrows, they learned to swim 
Surrounding me, going down on me 
Spilling over the brim 
Waves of regret and waves of joy 
I reached out for the one I tried to destroy 
You...you said you'd wait 
'til the end of the world


traduzione mia

E' da un bel po' che non ci si vede
ero un po' incasinato ed il tempo è passato da sé
l'ultima volta che ci siamo visti eravamo in una stanza con le luci soffuse
e noi eravamo vicini come lo sposo e la sposa
abbiamo mangiato e bevuto vino
ci stavamo divertendo tutti
tranne te
che parlavi della fine del mondo

Ho preso i soldi ed ho corretto il tuo drink
di questi tempi se ti fermi a pensare ti perdi troppe cose
mi hai provocato con quegli occhioni innocenti
e lo sai che io adoro il fattore sorpresa
in giardino io stavo facendo un po' la puttana
ti ho baciato le labbra e ti ho spezzato il cuore
e tu hai fatto un casino nemmeno fosse la fine del mondo

Ho cercato di annegare i miei dispiaceri in sogno
ma i dispiaceri hanno imparato a nuotare
mi hanno circondato e mi si sono infilati dentro
fino a traboccare
su onde di rimpianto e onde di gioia
sono arrivato fino alla persona che ho tentato di distruggere
te... te mi avevi detto che avresti aspettato
fino alla fine del mondo





Commenti

Simone ha detto…
Forse un tantinello dissacrante... Ma tant'è... la figura Di Giuda vista come un grande amico mi intriga e non poco... sarebbe stato un amore totale, quasi viscerale... il giusto compiersi degli eventi... però!!!

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