Mi ricordo sempre l'odore del caldo, della terra che cuoce zitta zitta sotto i piedi, un campo che due volte all'anno si trasformava nella Festa de L'Unità. Non mi ricordo quanti anni avessi, 6 o 7 ma forse 5, ma di sicuro non importa. Importa che era settembre. Un settembre che non conosceva ancora l'acqua del cielo. Il silenzio estivo di domenica non esisteva. Era la prima di campionato, non c'era Sky, non c'era quelli che il calcio. C'era la radio amplificata a sufficienza da coprire le porchemadonne di quelli che ascoltavano le cronache dei vari giornalisti inviati sui campi di calcio. E c'ero io che non sapevo che fare, dato che al calcio non mi son mai riuscito ad appassionare. Sarà per i piedi che non son buoni, sarà perché a correre dietro ad un pallone son buoni anche i cani, sarà perché il mi babbo non m'hai portato nei pulcini a scarpinare su e in giù, fatto è che andavo a giro per il campo. Il campo era enorme. Non era come i campi di ogg...